Nel cuore delle antiche foreste giapponesi, dove si dice che gli spiriti shintoisti risiedano in imponenti cedri e pini sussurranti, una meraviglia moderna sta prendendo il volo. Droni autonomi , dotati di intelligenza artificiale all’avanguardia, sorvolano paesaggi deturpati, piantando semi a un ritmo che supera di dieci volte gli sforzi umani. Per i residenti stranieri in Giappone e i viaggiatori affascinati dal mix di tradizione e innovazione che caratterizza il Paese, questa tecnologia rivoluzionaria offre uno sguardo su come il Giappone stia affrontando le sfide ambientali con precisione futuristica. Sviluppati da ingegneri di Kyoto, questi droni non si limitano a ripiantare alberi, ma restituiscono vita agli ecosistemi, un baccello biodegradabile alla volta. Il concetto è tanto elegante quanto efficace. Questi droni utilizzano il LiDAR (acronimo dall’inglese Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging), è una tecnologia di telerilevamento che utilizza impulsi luminosi (laser) per misurare la distanza tra il sensore e un oggetto o superficie. È un sistema usato anche per scansionare aree devastate dagli incendi o disboscate. L’intelligenza artificiale di bordo analizza l’umidità e la composizione del terreno, individuando i punti perfetti per piantare semi autoctoni. Ogni drone trasporta centinaia di capsule biodegradabili, ricche di semi, nutrienti e funghi che aiutano le radici a prosperare in condizioni difficili. I droni sparano queste capsule nel terreno, coprendo un’area delle dimensioni di un campo da calcio in meno di un’ora. Nei test condotti a Kumamoto, una regione duramente colpita dagli incendi boschivi, oltre l’80% di questi semi è germogliato: un tasso di successo notevole che promette speranza per la ripresa paesaggistica del Giappone. Per chi vive in Giappone o visita la sua tranquilla campagna, la vista dei droni che si snodano tra le colline nebbiose sembra una scena di un film di fantascienza con uno sfondo di antichi santuari. Il Giappone ha da tempo bilanciato la sua venerazione per la natura con la passione per l’innovazione tecnologica, e questi droni incarnano questa armonia. Tuttavia, le sfide moderne come gli incendi boschivi, l’espansione urbana e i cambiamenti climatici hanno messo a dura prova gli ecosistemi giapponesi. I droni offrono una soluzione che rispetta questa venerazione culturale e al contempo affronta urgenti esigenze ambientali. A differenza della riforestazione tradizionale, che si basa su piantagioni ad alta intensità di lavoro e spesso produce risultati incoerenti, queste macchine lavorano in sciami, alimentate da impianti solari, adattandosi ai cambiamenti del terreno in tempo reale.
In luoghi come gli Stati Uniti o l’Australia, la piantumazione basata sui droni sta emergendo, ma spesso non raggiunge la scala o la sofisticatezza dell’intelligenza artificiale osservate qui. La capacità del Giappone di schierare sciami di droni, ciascuno con oltre 300 semi, stabilisce un nuovo standard globale per il ripristino ambientale.
Il successo dei droni a Kumamoto è solo l’inizio. Il Giappone, con la sua storia di superamento di disastri naturali come terremoti e tsunami, è ben posizionato per guidare il mondo nella tecnologia di riforestazione. Gli alti tassi di germinazione – l’80% rispetto al 30-50% di alcuni metodi manuali – suggeriscono un modello scalabile che potrebbe essere adattato per l’uso globale. Immaginate questi droni che ronzano sopra l’Amazzonia o che ripristinano terreni degradati in Africa, adattati ai semi e alle condizioni locali. Eppure, il progetto rimane profondamente giapponese, radicato nell’abilità della nazione di fondere l’ingegneria di precisione con il rispetto per la natura.
Fonte: https://japandaily.jp